Articolo del 09/02/2023
Il tumore alla prostata è una forma di cancro che si sviluppa nella prostata, ghiandola del sistema riproduttivo maschile situata sotto la vescica e dietro l’uretra. È una delle forme di cancro più comuni tra gli uomini, soprattutto dopo i 50 anni.
La biopsia prostatica con tecnica Fusion rappresenta un metodo diagnostico avanzato che consente una valutazione mirata dei tumori alla prostata, le neoplasie più frequenti nel genere maschile.
Il Dott. Barrese , specialista in Urologia della clinica Fabia Mater, ci illustra meglio cos’è e come viene svolta la procedura.
Che cos’è la biopsia prostatica fusion?
La biopsia prostatica chiamata “fusion” è una procedura avanzata che integra l’uso della risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI) con l’ecografia durante il processo di biopsia della prostata. Questa metodica è stata sviluppata per migliorare la precisione nella diagnosi del tumore alla prostata, consentendo di individuare e campionare in modo selettivo le aree sospette rilevate dalla risonanza magnetica.
Il processo comporta il trasferimento delle informazioni ottenute dalla risonanza magnetica nell’immagine ecografica tridimensionale, consentendo quindi una mira estremamente precisa.
Nel caso di una biopsia “tradizionale”, le immagini ecografiche non sono in grado di individuare con precisione le zone sospette, quindi i campioni di tessuto vengono prelevati in modo casuale.
La fusione di immagini, d’altra parte, sfrutta la precisione delle immagini della risonanza magnetica per identificare e prelevare campioni solo dalle aree sospette, anche se di dimensioni ridotte. Questo approccio consente di massimizzare l’efficacia e la tempestività nella diagnosi del tumore alla prostata, riducendo al minimo la necessità di eseguire biopsie multiple. Inoltre, migliora la capacità di individuare tumori più aggressivi e diminuisce la probabilità di diagnosticare tumori a crescita più lenta.
I vantaggi della biopsia prostatica fusion
La biopsia prostatica fusion presenta diversi vantaggi rispetto alla biopsia prostatica tradizionale:
- Maggiore precisione nella localizzazione delle lesioni: Grazie alla fusione delle immagini, è possibile individuare in modo più accurato le aree sospette all’interno della prostata, consentendo il prelievo mirato di campioni di tessuto. Questo riduce il rischio di campionare zone non interessate dal tumore e aumenta la possibilità di individuare tumori più piccoli o meno evidenti.
- Riduzione del numero di prelievi: Poiché la biopsia fusion mira solo alle aree sospette, è spesso necessario prelevare meno campioni di tessuto rispetto alla biopsia tradizionale. Questo riduce il disagio e il rischio di complicazioni legate ai prelievi multipli.
- Aumento della rilevazione dei tumori aggressivi: La biopsia fusion è particolarmente efficace nel rilevare tumori prostatici aggressivi, consentendo un trattamento precoce e mirato.
- Riduzione della sovra-diagnosi: Poiché si mira solo alle aree sospette, la biopsia fusion può ridurre la probabilità di diagnosticare tumori a crescita molto lenta che potrebbero non richiedere trattamento immediato. Questo aiuta a evitare interventi eccessivi e a migliorare la gestione dei casi.
- Migliore pianificazione del trattamento: La biopsia fusion fornisce una mappa dettagliata delle lesioni prostatiche, consentendo ai medici di pianificare il trattamento in modo più preciso e personalizzato.