biopsia prostatica fusion roma

Articolo del 15/10/2024

Il tumore della prostata rappresenta uno dei tumori più comuni tra gli uomini, specialmente dopo i 50 anni. La diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le possibilità di un trattamento efficace e di una cura definitiva. Per questo motivo, la prevenzione e il monitoraggio costante della salute della prostata sono di vitale importanza. Le visite regolari dall’urologo e l’uso di strumenti diagnostici come il dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico) possono aiutare a identificare precocemente i segnali di un eventuale tumore.

Uno degli strumenti fondamentali nella diagnosi del tumore alla prostata è la biopsia prostatica, che viene eseguita quando ci sono sospetti di lesioni tumorali. Tuttavia, le tecniche di biopsia si sono evolute nel tempo per migliorare l’accuratezza della diagnosi. In questo contesto, la biopsia prostatica fusion rappresenta una vera innovazione rispetto alla biopsia prostatica tradizionale, offrendo una maggiore precisione e riducendo i rischi di diagnosi errate.

Uno degli aspetti più discussi in ambito urologico riguarda l’accuratezza della biopsia prostatica fusion rispetto alla biopsia tradizionale. Questa domanda è cruciale per chi è sottoposto a controlli per sospetti tumori prostatici, poiché una diagnosi precisa può fare la differenza tra un trattamento tempestivo ed efficace o il mancato riconoscimento di un tumore aggressivo.

Approfondiamo l’argomento con il Dottor Manlio Cappa, medico urologo in Fabia Mater.

La biopsia prostatica tradizionale è una procedura che si basa sull’uso dell’ecografia transrettale (TRUS) per prelevare campioni di tessuto da diverse aree della prostata, generalmente in modo casuale o sistematico. Tuttavia, questa tecnica non sempre permette di individuare con precisione le aree tumorali. In particolare quelle più piccole o posizionate in zone difficili da raggiungere. Ciò può portare a falsi negativi, ossia situazioni in cui un tumore presente non viene rilevato.

La Biopsia prostatica fusion rappresenta un’evoluzione significativa, nell’urologia.

Questo metodo combina la risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI) con l’ecografia in tempo reale, consentendo ai medici di visualizzare in modo più accurato le aree sospette della prostata. Le immagini ottenute tramite risonanza magnetica vengono fuse con quelle ecografiche, e questo permette di guidare con precisione l’ago per il prelievo del tessuto. In tal modo viene ridotto il rischio di trascurare tumori maligni importanti. La precisione maggiore della biopsia fusion aumenta il tasso di rilevamento del cancro prostatico clinicamente rilevante, ossia di quei tumori che richiedono un trattamento immediato e non possono essere trascurati.

Quali sono le differenze tra Biopsia Prostatica Fusion e Biopsia Prostatica normale?

La biopsia prostatica tradizionale (transrettale), si avvale di un’ecografia transrettale (TRUS) per guidare l’ago che preleva campioni di tessuto dalla prostata. La biopsia viene eseguita secondo uno schema prestabilito, prelevando campioni da diverse zone della prostata. Poiché l’ecografia transrettale ha una capacità limitata nel distinguere il tessuto tumorale da quello sano, la procedura si basa su un campionamento casuale o sistematico, il che comporta il rischio di tralasciare aree tumorali.

Al contrario la biopsia fusion, utilizza una tecnologia avanzata che combina le immagini della risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI) con quelle dell’ecografia in tempo reale. La risonanza magnetica viene eseguita prima della biopsia per individuare eventuali lesioni sospette. Queste immagini vengono quindi sovrapposte a quelle ecografiche durante la procedura. Queste permettono una guida più precisa dell’ago verso le aree sospette. La fusione delle immagini migliora la precisione dell’intervento, riducendo la necessità di prelievi multipli.

È più precisa la Biopsia prostatica fusion?

L’ecografia utilizzata in questa procedura non sempre riesce a distinguere chiaramente tra tessuto sano e tumore. Di conseguenza, si eseguono prelievi da varie zone della prostata, ma ciò non garantisce che vengano campionati esattamente i tessuti malati. Questo può comportare il rischio di falsi negativi, ossia la mancata rilevazione di tumori presenti ma non identificati.

Nella biopsia Fusion grazie alle immagini della risonanza magnetica con quelle dell’ecografia è possibile mirare con maggiore precisione le aree sospette identificate in precedenza. Questo riduce il rischio di falsi negativi e aumenta le possibilità di rilevare tumori clinicamente rilevanti, ossia quelli che richiedono un trattamento attivo.

La biopsia prostatica fusion è meno invasiva?

La biopsia  prostatica tradizionale, è importante per aumentare le possibilità di rilevamento di un eventuale tumore. Si prelevano generalmente da 12 a 18 campioni di tessuto dalla prostata, spesso con un numero maggiore di prelievi in assenza di una guida precisa verso le aree sospette.

La biopsia Fusion è più sensibile nel rilevare tumori prostatici clinicamente significativi. Si riduce così anche il rischio di sovradiagnosi di tumori indolenti, concentrandosi maggiormente su quelli che presentano un rischio più elevato. In questo modo, è possibile ottenere un equilibrio migliore tra la rilevazione di tumori aggressivi e la riduzione del trattamento non necessario per tumori a basso rischio.

Quale delle due tecniche è più sensibile nel rilevare il cancro prostatico?

La biopsia fusion è più sensibile nel rilevare tumori prostatici clinicamente significativi. Riduce anche il rischio di sovradiagnosi di tumori indolenti, concentrandosi maggiormente su quelli che presentano un rischio più elevato. In questo modo, è possibile ottenere un equilibrio migliore tra la rilevazione di tumori aggressivi e la riduzione del trattamento non necessario per tumori a basso rischio.

Il tasso di rilevamento del cancro prostatico con la biopsia tradizionale varia, e spesso si associano maggiori rischi di mancata individuazione di tumori clinicamente rilevanti. Inoltre, il prelievo casuale di campioni aumenta la probabilità di individuare tumori indolenti, che potrebbero non richiedere un trattamento immediato.

In conclusione, la biopsia prostatica fusion rappresenta un notevole passo avanti rispetto alla biopsia tradizionale, sia in termini di precisione che di sicurezza per il paziente. In Fabia Mater grazie alla biopsia miriamo direttamente le aree sospette per ottenere una diagnosi più accurata e di minimizzare i rischi di mancata rilevazione di tumori significativi.

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